mercoledì 9 giugno 2010

Il profumo del mare


La pioggia batteva incessante su vetri appannati della cucina.
Un filo di vapore a malapena usciva dalla fessura della porta semi socchiusa.
Prezzemolo,aglio cannella, zucchero, sale ,pepe, coriandolo ,origano.
Questi i suoi colori.
Quale spezia ancora non aveva varcato la soglia di quella cucina, quale pietanza non aveva ancora ispirato quella geniale mente, che plasmava con l'estro che solo un genio possiede, cibi che definir sublimi sarebbe eufemismo.
Spatola, mestolo, coltello, setaccio,pentola, frusta,vassoio.
Questi i suoi pennelli...

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martedì 8 giugno 2010

Fiori d'arancio



È appena l'alba, ancora quasi notte.
Mi giro nel letto e lo trovo ancora lì, e quasi ne sono sorpresa.
Dopotutto è più di un anno che stiamo insieme.
Lui dorme ancora beatamente, io no, non ci riesco,devo controllare che il mio amore sia ancora lì, che dorme accanto a me.
Ci siamo conosciuti che era appena iniziata l'estate, la più bella della mia vita.
Lavoravo come cameriera al villaggio vacanze dei miei zii.
Ero di turno al bar della spiaggia...

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lunedì 12 aprile 2010

Sorella


Amelie e Josette.
Mai il contrario.

Solo Amelie e Josette.



14 Novembre 1851.

Una settimana logorata da un'incessante piovere.
La signora Setrienne è in travaglio da 18 ore.
Il signor Setrienne è in travaglio da 8 mesi , 4 giorni e 15 ore, da quando ha scoperto la gravidanza gemellare della moglie.
“Respiri profondi...non rantoli signora..respiri profondi” ripeteva il medico oramai da quando aveva varcato la soglia di casa.
Era stato chiamato in tutta fretta, svegliato nel cuore della notte,e le guance rosso sangue dimostravano a malapena la corsa che il cinquantenne un po in carne aveva compiuto per arrivare alla casa in collina dei Setrienne...

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domenica 11 aprile 2010

1° capitolo - Acqua che scorre non porta veleno


La luna era alta nel cielo, ed il suo riflesso illuminava l'arido fossato, unico confine tra due campi di granturco.
Fulminea, una figura indefinita lo attraversa per recarsi sull'altra sponda.
Raccoglie tutto ciò che le sue contenute dimensioni gli consentono, e, dopo una veloce occhiata circospetta,torna soddisfatto in territorio amico.
Ormai Larry osservava il suo terreno da giorni, da quando si era accorto che, ogni mattina, le pannocchie del suo campo di granturco diminuivano notevolmente.
Ma quella notte, dopo tante passate solo ad osservare, decise di agire.
Scese in fretta le scale del fienile nel quale era appostato, afferrò la fedele forca, e uscì di casa deciso a rivendicare le sue pannocchie.
Arrivò fino al portone di Martin, unico vicino nel raggio di alcuni chilometri, e stava per picchiare alla sua porta, quando quest'ultimo si affacciò alla finestra in tenuta da notte, stringendo nella mano destra il fidato schioppo.
Come si sarà intuito, non aveva l'aria di avere intenzioni diplomatiche.
“Anderson dei miei stivali! Non hai abbastanza pannocchie nel tuo campo?!?
Devi venire a rubare proprio le mie!!”, sbraitò Larry, prima di sputare sul portone del vicino.
“Vecchia spugna ! Tu vieni a parlarmi di furti!?! Guarda come hai ridotto il mio campo di granturco!!” E , come di consuetudine , all'insulto seguì uno sputo.
I due bisticciarono tutta la notte, ma la “questione delle pannocchie” non si risolse, anzi, man mano che le notti passavano i furti si moltiplicavano, fino a quel maledetto ferragosto.
Quella notte, il messo sorcio, attraversò per l'ultima volta il fossato:il compito affidatogli era molto rischioso.
Ma ,al suo ritorno, il roditore fu accolto dalle grida tonanti della popolazione scalpitante.
Nel frattempo, sull'altra riva, i topi metabolizzavano la peggior notizia che si possa ricevere:una dichiarazione di guerra.
Ormai la questione non riguardava più Martin o Larry;ora era una guerra tra roditori, una guerra che non avrebbe fatto prigionieri, solamente vittime.

Il capitolo 1 è terminato. Per passare al capitolo 2 cliccare qui.

venerdì 9 aprile 2010

La pelata non perdona

Dal cinque al sei.

Un altro, l'ennesimo, sicuramente non l'ultimo.
Un numero che, da solo, può descrivere la mia intera “carriera” da matematico.
E poi, all'amarezza del voto, si aggiunge il solito immancabile commento: “Si insomma...un voto
che di per sé non è insufficiente....ma nemmeno sufficiente...”
Grazie, grazie tante, fino a li ci arrivo pure io.
Ma allora che voto è?!?
Una presa in giro per l'alunno, una scappatoia per il prof che lo appioppa, oppure solo un numero che, di sicuro, mi farà passare l'estate a studiare...

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giovedì 8 aprile 2010

1° capitolo - Bertolino

“Bertolino, c’è una chiamata per te!”
“Arrivo, arrivo, due secondi che finisco di sagomare la suola…”
Tra sè e sè il vecchio Lino sperava non fosse uno dei soliti accaniti e "affezionati" creditori.
“Pronto?-disse sommessamente-Chi mi cerca?”
“Salve sono il Notaio del signor Bertolino Van Avel, è Lei il signor Bertolino Lino?”
“Sì, sono io, perché? Cosa è successo?”
“Volevo informarla che il suo prozio è deceduto la notte scorsa e che l’ha menzionata nel suo testamento..… lei è l’unico parente citato”.

Lino si grattò il cranio, lucido, reso calvo dallo stress di una vita troppo logorante che gli calzava davvero stretta.
" Mi dispiace ma davvero non ricordavo d'avere un prozio ancora vivo..."
"Già a quanto mi hanno riferito, è morto in compagnia dell'unica persona che sia riuscita a sopportarlo... Comunque, tornando agli aspetti economici, lei dovrebbe venire nel mio studio per firmare alcune carte e per ricevere ciò che le spetta."
"D'accordo... Vedrò che posso fare... Il fatto è che insomma... Ora..."
"Senta, il mio studio è a Milano... Se lei sapesse comunicarmi per tempo in che giorno intende raggiungere la città, verrò a prenderla io"
"L'ultimo venerdì del mese ricevo il mio stipendio... Se le fosse possibile..."
"Certo certo, la aspetterò alla stazione". E con quella frase la telefonata fu interrotta.
Lino ricordava vagamente la figura del prozio... Suo padre lo aveva nominato, forse una volta, descrivendolo come un uomo burbero, avaro ed, in fondo, incompreso. Esso, nonostante avesse fatto fortuna in campo minerario nel boom degli anni 60, viveva con lo stretto necessario.
Il biglietto per il treno era davvero troppo per le ristrette finanze di un semplice operaio addetto al settore della sagomatura delle suole, così dovette aspettare qualche giorno e stringere un po' la cinghia.



Il primo capitolo è terminato. Per passare al secondo capitolo cliccare qui.