martedì 8 giugno 2004

Fiori d'arancio (racconto completo)



È appena l'alba, ancora quasi notte.
Mi giro nel letto e lo trovo ancora lì, e quasi ne sono sorpresa.
Dopotutto è più di un anno che stiamo insieme.
Lui dorme ancora beatamente, io no, non ci riesco,devo controllare che il mio amore sia ancora lì, che dorme accanto a me.
Ci siamo conosciuti che era appena iniziata l'estate, la più bella della mia vita.
Lavoravo come cameriera al villaggio vacanze dei miei zii.
Ero di turno al bar della spiaggia.
Un po' per un'innata instabilità, un po' per il peso delle 10 bibite nel vassoio, bastò una debole spallata di un cliente per versare 2 litri di bibite sulla testa di un uomo seduto al bancone.
Quell'uomo, che leggeva il giornale con aria sognante e distaccata era proprio lui, il mio Davide.
Si gira verso di me.
Fingo di dormire,non vorrei disturbarlo.
Il cuore mi batte forte, come quando da bambina, mi innamorai del bimbo che divideva con me la merenda (che dimenticavo apposta ogni mattina).
Sembrerà stupido lo so, ma la sensazione che provo è esattamente quella.
Lui mi completa, mi rilassa, mi capisce e mi ascolta.
Non credevo sarei mai riuscita a lasciarmi andare tanto con qualcuno,eppure è successo.
E ancora mi sembra di sognare.



“Driiiin” urla la sveglia.
Quel maledetto catorcio ci sveglia entrambi.
“Oh..Davide.... è domenica! No...”
“Mi spiace Sam, ma il lavoro è il lavoro...oggi..”.
“..Stai a casa con me!”
Lo riprendo per la canottiera, lo avvicino e lo bacio.
Dopo poco però riesce a liberarsi dalla mia “morsa”, nonostante tenti in ogni modo di tenerlo stretto a me.
Va in bagno e apre l'acqua della vasca.
Lo sento che canticchia: oggi riunione importante.
“Che devi fare oggi in ufficio...non ci sarà nessuno!...dai torna a letto...”
“Stamane c'è una riunione importantissima, non posso assolutamente mancare..”
Il suo lavoro.
Una volta ha pure tentato di spiegarmelo qual'è il suo ruolo:impiegato nel settore marketing esportazioni estere o qualche cosa di simile.
In effetti se la cava bene con le compravendite.
La vasca deve essere piena, perché il vapore che passa dalla porta ha appannato completamente lo specchio della camera, e il profumo del bagnoschiuma ai fiori d'arancio, i miei preferiti,che gli ho regalato per Natale invade la stanza.
Mi fa sentire bene, mi rilassa, mi tranquillizza.
È quasi come se in quella vasca ci fossi anche io.
Poco dopo lo sento farsi la barba, fischiettando un motivetto che mi è familiare.
Esce dal bagno, sceglie accuratamente cravatta, camicia giacca, abbina persino i calzini.
Lo prendo sempre in giro per questa sua pignoleria:nemmeno io abbino i calzini.
Gemelli,scarpe lucidissime,persino fazzoletto nel taschino.
“Non è che ti vuoi imbonire il capo così tutto tirato?” scherzo io.
“No ,oggi no, come ti ho già detto la riunione di oggi è importantissima...” sussurra mentre si spruzza una colonia che detesto.
Esce di casa all'incirca verso le dieci.
Io preferisco rimanere ancora a letto, a giocare con Matisse , il nostro gatto siamese di sette anni.
Verso le undici decido di alzarmi, mi vesto e lavo molto pigramente e lentamente.
Faccio colazione , con Matisse che gironzola su e giù per il tavolo.
È cieco da qualche anno e non è un bello spettacolo vederlo continuamente
sbattere contro le gambe del tavolo.
Decido di fargli il bagno, giusto perché oggi non ho nulla da fare e perché quel gatto puzza non poco.
Cerco di acchiapparlo, e ci sarei anche riuscita se non fosse squillato il telefono.
È Samantha, la mia migliore amica.
Io e lei siamo due persone molto in sintonia, simili (a parte il fatto di chiamarci entrambe Samantha).
Ci accordiamo per uscire,infondo, un po' di sano pettegolezzo tra amiche non può certo farmi male.
E poi, lei dovrà essere la prima a saperlo.


“Di fronte al campanile, alle 11.30 in punto, mi raccomando Sam ...sii puntuale!”
Ah già, la puntualità non è esattamente il mio forte.
Esco di casa alle 11.45, in ritardo come sempre.
Inforco la mia fedele Vespa, e mi avvio all'appuntamento.
Sono frizzante oggi.
Il sole splende in questa domenica di Giugno e i suoi salubri raggi mi danno una sferzata di vitalità.
Intravedo Samantha da lontano, che parla con Sabrina, un'amica.
La saluto, ma lei non ricambia,forse non mi ha visto.
Le faccio cenno che vado a parcheggiare la Vespa poco più avanti.
Torno davanti al campanile, ma di Sam nemmeno l'ombra.
La cerco, gironzolando in giro, ma non la vedo.
Ad un certo punto intravedo Sabrina entrare in chiesa.
La chiamo, ma non faccio a tempo ad aprire bocca che è già entrata.
Non so dov'è Samantha, quindi la seguo.
La chiesa è gremita di persone.
“Un battesimo..” penso tra me e me.
A smentire la mia tesi però è l'inebriante profumo di fiori d'arancio che pervade l'ambiente.
“No ..un matrimonio..meglio uscire prima che qualcuno si accorga di me....”
Mentre sto per uscire però, intravedo Samantha, in piedi in un angolo, che parlotta con Sabrina.
Mi avvicino molto furtivamente a lei.
Più mi avvicino, più capisco che qualche cosa non va, ha la faccia sconvolta.
“Che succede Sam? Perché non mi hai aspettata?”
Appena mi vede sembra quasi strozzare le lacrime sul nascere.
“Sam..che fai qui!? Usciamo presto!”
Mi afferra per un braccio e tenta disperatamente di portarmi fuori, ma io, curiosa di sapere il perché di questo comportamento , oppongo resistenza.
Mi sta quasi per trascinare fuori, quando noto qualche cosa di familiare, da lontano.
In piedi, davanti all'altare.
Stava lì, con un maledetto sorriso stampato in faccia, aspettando che l'organo desse il via alla marcia della sua futura consorte.
Non riesco a respirare.
Ho fame d'aria, quel maledetto aroma di fiori d'arancio mi ha come impastato la bocca.
In piedi, con quella sua camicia abbinata ai calzini c'era lui, quello che poche ore prima chiamavo amore, l'uomo che quella stessa mattina mi aveva baciata prima di uscire.
Davide si stava sposando, ma non con me.
L'uomo che credevo quello giusto,quello per cui avrei dato la vita
Quello che presto avrei chiamato padre.
Ho abortito.
Il profumo dei fiori d'arancio oggi mi dà la nausea.

Il racconto è terminato. Per tornare alla home page cliccare qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

chi l'ha scritto? un uomo? o una ragazza molto ferita e disillusa? il racconto è quasi un "giallo" con colpo di scena finale degno di Ellery Queen e via discorrendo.. tiene destissima l'attenzione e scorre senza intoppi, ma è terribilmente triste...
il finale è da incubo! forse saranno scontati in amore ma... il lieto fine?... non dovrebbe mai passare di moda, anche perché la vita la creiamo noi, anche con i racconti che ci raccontiamo in testa... e non solo sulla carta stampata, per un presente felice,
Viviana